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Eros e passione


di Lo_Scrittore
24.11.2024    |    2.649    |    2 7.2
"Ogni tocco sembrava accendere una scintilla, ogni bacio un fuoco che si diffondeva sempre più..."
La pioggia continuava a cadere incessante, il suo ritmo diventato ormai parte dell’atmosfera, un sottofondo discreto che accompagnava ogni gesto, ogni respiro. Nella stanza, la luce soffusa avvolgeva le due donne in una penombra intima, come se quel momento appartenesse solo a loro, al riparo dal resto del mondo.
Anna e Sara erano distese sul letto, i loro corpi intrecciati in una danza lenta e naturale, fatta di carezze, di sguardi e di respiri trattenuti. Ogni tocco sembrava accendere una scintilla, ogni bacio un fuoco che si diffondeva sempre più. Le loro mani esploravano con lentezza, senza fretta, come se volessero imparare ogni curva, ogni linea, ogni segreto nascosto nella pelle dell’altra.
Sara si mosse appena, posando una mano sulla schiena di Anna, tracciando una linea morbida lungo la sua spina dorsale. Le sue dita si fermarono sui fianchi, stringendoli con dolcezza, mentre le sue labbra si posavano di nuovo sul collo di Anna, risalendo fino al lobo dell’orecchio. Il calore del suo respiro fece rabbrividire Anna, che chiuse gli occhi e lasciò che un piccolo gemito le sfuggisse.
“Sara…” sussurrò, ma non c’era bisogno di aggiungere altro. Il suo tono, spezzato dall’intensità del momento, diceva tutto.
Sara rispose con un bacio, uno di quelli profondi e pieni, che sembrano arrivare fino all’anima. Le loro lingue si incontrarono, danzando con lentezza, mentre le mani di Sara trovavano la strada per il seno di Anna. Le accarezzò con una dolcezza infinita, tracciando piccoli cerchi con i pollici, alternando carezze a leggeri sfioramenti. Anna si arcuò sotto quel tocco, le sue mani che cercavano il corpo di Sara, facendola avvicinare ancora di più.
Quando Sara si chinò per lasciare che le sue labbra si posassero sul seno di Anna, lo fece con una lentezza che sembrava voler prolungare l’attesa, quasi a volerla consumare di desiderio. Baciò ogni centimetro, soffermandosi con la lingua a disegnare cerchi sulla pelle sensibile. Anna reagiva con piccoli gemiti, il suo corpo che si tendeva sotto quel tocco, le mani che afferravano le lenzuola come se cercasse di ancorarsi a qualcosa.
Ma non era solo Sara a guidare quel momento. Anna prese il controllo con una dolce determinazione, spingendo Sara a stendersi sul letto. Si mosse sopra di lei, lasciando che le sue mani percorressero ogni curva del suo corpo, ogni linea che sembrava chiamare il suo tocco. Si chinò per posare le labbra sul ventre di Sara, tracciando una scia di baci che scendevano sempre più in basso, finché il corpo di Sara non reagì con un tremito evidente.
I loro corpi si cercavano con naturalezza, trovando un ritmo comune. Si muovevano insieme, senza fretta ma con una crescente intensità, un crescendo di sensazioni che sembrava riempire l’aria. A un certo punto, senza bisogno di parole, si trovarono l’una di fronte all’altra, in una posizione che sembrava unire ogni parte di loro. Le labbra di Anna si posarono su quelle di Sara, poi iniziarono a scendere, lasciando una scia di calore lungo il suo collo, il petto, e ancora più in basso.
Le due donne si abbandonarono completamente, lasciando che le loro mani e le loro labbra trovassero ogni punto sensibile, ogni luogo nascosto che sembrava chiedere di essere scoperto. Ogni movimento era un atto di pura devozione, un modo per celebrare il corpo dell’altra, per perdersi completamente e ritrovarsi nello stesso istante.
Il suono della pioggia si mescolava ai loro respiri sempre più rapidi, ai gemiti che riempivano la stanza, trasformando l’atmosfera in qualcosa di vivo, di pulsante. Anna e Sara si muovevano con una sincronia perfetta, come se i loro corpi fossero stati creati per incastrarsi l’uno nell’altro, per trovare quel punto di fusione totale.
Le mani di Anna scesero lungo la schiena di Sara, mentre le sue labbra trovavano di nuovo il suo seno, alternando baci e piccoli sfioramenti della lingua. Sara rabbrividì, le sue dita che si stringevano attorno ai fianchi di Anna, tirandola più vicina. Quando le loro bocche si incontrarono di nuovo, fu un bacio diverso, più profondo, più affamato, come se stessero cercando di consumare ogni istante, di imprimerlo nella memoria.
Si mossero insieme, trovando un equilibrio perfetto, una danza che raggiunse il culmine con un’intensità che le lasciò entrambe senza fiato. I loro corpi tremavano, i respiri si spezzavano, finché non si lasciarono andare completamente, avvolte da una sensazione di pura completezza.
Rimasero così, intrecciate l’una all’altra, i corpi ancora caldi, le mani che tracciavano carezze pigre lungo le schiene e i fianchi. Il suono della pioggia continuava, un sottofondo rassicurante che sembrava cullarle in quella pace assoluta. Nessuna delle due parlò. Non c’era bisogno di parole. Ogni gesto, ogni respiro, ogni sguardo diceva tutto ciò che serviva.
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